sabato 28 novembre 2015

EDITORIA. AIE: BENE COLLABORAZIONE TRA PICCOLI EDITORI

Collaborazione? Non e' una parola che fa rima con piccolo editore. Eppure tra quel 15% di piccoli editori (il campione e' di 220 aziende) che ottengono risultati di mercato migliori rispetto alla media, un terzo, secondo i dati Aie, sono aziende che nei tre anni precedenti avevano avviato iniziative - le giù diverse - di collaborazione con altri partner: con gruppi di librerie, biblioteche, associazioni, sponsor extrasettore. Formule, magari, di collaborazioni "deboli" e soprattutto occasionali, poco legate alle nuove forme della produzione e consumo digitale, di sviluppo di prodotti e servizi innovativi e a valore aggiunto. Eppure considerare la parola Collaborazione come uno dei concetti che rimandano a un asset strategico della piccola impresa per competere in scenari di mercato sempre più internazionali o sempre più concentrati dovrebbe essere una delle prime parole in un nuovo dizionario della piccola e media impresa editoriale. Ecco perché la parola chiave dell'ultima giornata del programma professionale di Più libri più liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria (Roma, 4 - 8 dicembre), e' dedicata a proporre alcune declinazioni forti e innovative proprio del termine Collaborazione e a contaminazioni tra imprese che coinvolgano esperienze diverse o all'interno dello stesso segmento di mercato.

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