giovedì 18 giugno 2015

Grasso, troppi giornalisti minacciati in Italia. Giornalismo inchiesta spesso scopre irregolarita

giornalisti minacciati di Stefano Maria Toma "Tanti giornalisti in Italia, decisamente troppi, sono stati minacciati o in modo subdolo attraverso cause e querele temerarie o piu' direttamente in modo violento. E' un fatto incontrovertibile che la criminalita' tema l'informazione almeno quanto l'azione delle forze dell'ordine e della magistratura, anche perche' a volte, per ragioni che riguardano le diverse caratteristiche del lavoro, la stampa arriva prima". Lo dice in sala Zuccari il presidente del Senato Pietro Grasso ricordando di aver conosciuto molti giornalisti in 43 anni. "Espongo con orgoglio nel mio studio - ha aggiunto - qui a Palazzo Madama la targa che mi hanno regalato quando ho lasciato la Procura di Palermo per venire a Roma a fare il Procuratore nazionale antimafia". Grasso cita l'inchiesta di Lirio Abbate sull'Espresso del dicembre 2012 pubblicata "prima che scattassero le richieste di arresto per Mafia Capitale" e aggiunge: "Il giornalismo d'inchiesta, quando e' serio e professionale, riesce a far emergere queste realta', indipendentemente dalle indagini". Anche dal lato della corruzione, sottolinea, "spesso sono i cronisti a scoprire le irregolarita' nei bandi o il taglio "sartoriale" di alcuni di essi, sono le inchieste giornalistiche ad accendere i riflettori su alcuni scandali e a diventare la base per le successive indagini della magistratura". Infine rispetto ai comportamenti "che non si configurano come reato, ma che sono moralmente ed eticamente molto discutibili" Grasso afferma che "e' solo grazie alla stampa che tali azioni possono emergere ed essere messe alla valutazione dei lettori e quindi dei cittadini. Aiutare a costruire una coscienza collettiva attenta, severa ed equilibrata, e' un compito delicato e importante".

Nessun commento:

Posta un commento