mercoledì 27 maggio 2015

UN'OVERDOSE SALUTARE di Stefano Maria Toma

Napoli giornalismo UN'OVERDOSE SALUTARE di Stefano Maria Toma
Quanto più si ingarbugliano acque e discorsi su un argomento, come ad esempio sul giornalismo d’oggi, tanto più è sufficiente scorrere la pagine paradigmatiche di un Codice come questo per capirne di più. In base a quell’imprescindibile principio che più è profondo il disorientamento nel trovare l’ago della bussola, più è necessario tornare alla legge, alla regola, all’ordine, alla costituzione, al verbo. A prima vista l’equazione potrebbe apparire semplicistica. Invece, dopo aver fatto sbollire il tormentone del nuovo sempre più nuovo, del susseguirsi incessante sul new deal dell’informazione,dell’incalzante e ubriacante ritmo della rete e delle fonti, si osserverà sotto una luce pedagogica uno strumento come questo volume, ancorato ai capisaldi, alle istituzioni e alle classificazioni, alle scuole e alla prassi, ai giornali di carta stampata e on line e alle radiotv, fino alle più alter legittimazioni della vita pubblica istituzionale, politica, economica, culturale, sociale, ecc. Di modo che su queste pagine agiscano sempre vivi e aperti il confronto e la misura fra le strutture professionali e le restanti della società . Come conseguenza immediata, lo sguardo alla robusta morfologia dell’informazione in Italia ci restituisce la gratificantesensazione di una democrazia, nonostante tutto, ben salda. In base all’equazione che un Paese come il nostro misura la propria salvezza e il proprio futuro sul funzionamento fisiologico del mondo mediatico. Un’altra prova del prezioso assist di informazione e quindi della sua didattica, insito nel Codice, sta anche nel tumultuare della tecnologia, da on line a on demand, dal moltiplicarsi delle fonti e dalle nuove grammatiche per gestirle e per metabolizzarne il tempo. Serpeggia infine un paradosso, che più l’opinione pubblica, compresi gli stessi operatori dell’informazione, sembrano preda di una overdose di notizie, provenienti dalle più svariate ed eterogenee emittenti, nessuno in realtà sia in grado di privarsene. Stiamo alludendo a una sorta di tossicodipendenza che alla fine restituisce alla democrazia e allo stesso mondo dell’informazione, cittadini più avvertiti e più consapevoli. E alla democrazia e al mondo dell’informazione uomini delle istituzioni e dei media più responsabili e più efficienti.

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