Si parla
di tante cose a Napoli, specialmente di quelle che non funzionano, o che
funzionano male o che non ci sono affatto. E tra queste ultime si avverte da
tempo immemorabile la mancanza del Museo della Canzone napoletana. Appunto, se
ne seguita a invocarlo ma senza alcuna possibilità (almeno finora) di aprirlo
da qualche parte. Ora vorrei segnalare a lei e al cortese lettore che da pochi
anni ha preso una qualche piega il cosiddetto azionariato popolare. Mi
riferisco a una colletta pubblica a
favore di un ben comune. Il primo esempio che mi viene alla mente è quello della
statua del Nilo, nella piazzetta
omonima e in pieno centro storico, restaurata grazie al contributo
degli abitanti della zona e dei turisti che l’affollano. Il secondo
esempio è più recente e riguarda il Vomero e la libreria Iocisto sorta appena
un anno fa, dopo la morìa di librerie (Fnac, Guida Merliani, Loffredo), che ha
reso il quartiere del tutto orfano di librerie. Ebbene ora Iocisto va a gonfie
vele La mia proposta è conseguente con questi due esempi. Perché qualcuno, che sappia di progettazione, di leggi e di
organizzazione e che naturalmente ami
Napoli e la sua grande tradizione musicale, non si va avanti per organizzare la
raccolta di fondi? Io mi candido a essere fra i primi sottoscrittori.
Cordialmente Stefano Maria Toma
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