Nella trattativa per il rinnovo del contratto dei giornalisti "la priorità deve essere quella di allargare la platea dei lavoratori dipendenti, altrimenti non regge l'intero sistema, compresi Inpgi e Casagit". Cosi' il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso. "E sulla creazione di una nuova categoria di dipendenti, con contributi previdenziali e assistenza sanitaria, anche gli editori - ha spiegato Lorusso - sembrano propensi a essere d'accordo".
Ma per uscire dalla crisi "servono nuove leggi - ha aggiunto -. Oggi è impensabile, ad esempio, continuare a pensare a pre-pensionamenti a 58 anni, come nell'81, quando l'età della pensione per tutti era a 60 anni. E si deve mettere mano alla questione della pubblicità alle tv, inserendo un tetto o un meccanismo di compensazione per distribuire una quota al resto del settore editoriale. Infine - ha detto ancora il segretario della Fnsi - il governo non può continuare a far finta di niente sulla pubblicità incassata dai motori di ricerca su prodotti generati dal mondo dell'informazione
sabato 19 dicembre 2015
Editoria: Lorusso (Fnsi), su più dipendenti primi sì editori
Nella trattativa per il rinnovo del contratto dei giornalisti "la priorità deve essere quella di allargare la platea dei lavoratori dipendenti, altrimenti non regge l'intero sistema, compresi Inpgi e Casagit". Cosi' il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso. "E sulla creazione di una nuova categoria di dipendenti, con contributi previdenziali e assistenza sanitaria, anche gli editori - ha spiegato Lorusso - sembrano propensi a essere d'accordo".
Ma per uscire dalla crisi "servono nuove leggi - ha aggiunto -. Oggi è impensabile, ad esempio, continuare a pensare a pre-pensionamenti a 58 anni, come nell'81, quando l'età della pensione per tutti era a 60 anni. E si deve mettere mano alla questione della pubblicità alle tv, inserendo un tetto o un meccanismo di compensazione per distribuire una quota al resto del settore editoriale. Infine - ha detto ancora il segretario della Fnsi - il governo non può continuare a far finta di niente sulla pubblicità incassata dai motori di ricerca su prodotti generati dal mondo dell'informazione
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