mercoledì 27 maggio 2015

QUELLA PROFUMERIA CHE SA DI ANTICHE CIVILTA' di Stefano Maria Toma

Napoli giornalismo QUELLA PROFUMERIA CHE SA DI ANTICHE CIVILTA' di Stefano Maria Toma
C’era una volta in un ammezzato di via Nino Bixio a Tuglie, in provincia di Lecce, una classe della scuola elementare i cui banchi erano forniti da una piccola buca dentro la quale vi era incastrata una boccettina colma a metà di inchiostro nero. I giovani scolari vi inzuppavano l’asticella di legno alla cui estremità spuntava un pennino con il quale riempivano prima di aste e poi di parole i loro quadernetti dalla copertina nera e rugosa. Non bisognava premere molto il pennino sulla carta perché le sue due alette terminali rischiavano di allargarsi rendendo impossibile la scrittura. Allora erano guai per il poveretto costretto a subire la dura punizione di una grossa riga che la maestra abbassava con forza sul palmo delle mani. Sembra un racconto di secoli fa, invece ne è appena trascorso mezzo o poco più.M’è venuto in mente questo lontano ricordo ammirando le penne old style esposte in bella evidenza nell’Olfattoteca in via Plebiscito, 5 a due passi dalla piazza principale. Penne di gran classe, Parker, Omas, Waterman, Caran D’Ache, e la seducente Dupont in lacca cinese. Primeggia perfino una Sheaffer’s con la levetta esterna per il caricamento. Roba da raffinati…grafomani.Ma le penne non sono il solo richiamo di questa adorabile conchiglia di echi e richiami chic, principiando dal suo nome di battesimo (Olfattoteca) che rimanda a un mondo di privilegi sensoriali. Ma non solo, qui potete anche imbattervi nelle eleganti riviste e libri di Franco Maria Ricci o nelle edizioni altrettanto pregiate di Olschki di Firenze o di Bibliopolis di Napoli.Ma dove questo luogo di delizie esprime il meglio di sé per il vostro piacere è la selezionatissima divisione riservata a profumi e creme e alla “pogonotomia”, un parolone che significa l’arte del radersi la barba (a proposito, sapete che a Milano è aperto un Museo del rasoio dove si conservano gli attrezzi che sono stati di proprietà di D’Annunzio e di Trilussa?), con rasoi che vanno da Kent a Trueffit & Hill da Castle Forbes a Dalvey. Per tornare ai profumi e alle creme, siatene certi, non ne troverete uno in questi eleganti scaffali che non sia munito di un passaporto speciale: tutti gli ingredienti sono naturali. La chimica non vi alberga. In un mondo che va ormai deciso alla decimante e omologante globalizzazione, accarezzare con la mano o farsi accarezzare le narici da firme come Creed, Clive Christian, Santa Maria Novella e dall’introvabile Castle Forbes dove la mano dell’uomo si è limitata ad esaltare gli ingredienti della natura, è un godimento che non è solo fisico.Insomma, un luogo come questo è un luogo del corpo. Basti pensare a quali vantaggi la nostra pelle può acquisire e quali pericoli di malattie anche gravi può evitare rifiutando creme e profumi industriali. Luogo del corpo e dell’anima. Achille Campanile sosteneva, e non senza qualche motivo, che non c’è alcun rapporto fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima. E fra questa e il modo di allevarla attraverso la cultura dello scrivere, del leggere e dell’aromatizzarsi? Pensiamoci su.

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